Il dopo di noi
“Dopo di Noi” è un’espressione nata all’interno delle famiglie che hanno cominciato a riflettere con lucidità e consapevolezza su quello che è stato definito “l’anello mancante”.
È evidente che, nonostante i risultati ottenuti in termini di approccio socio-culturale alla disabilità e dei servizi socio-assistenziali rivolti ai disabili, la famiglia continua a essere il perno portante della possibilità della persona con disabilità di avere un buon livello di qualità della vita in termini di risposte a bisogni specifici e anche di integrazione nel contesto sociale.
Detto questo, è facile comprendere come proprio tra le famiglie sia spontaneo, e via via che la famiglia invecchia diventi sempre più urgente, porsi la domanda: cosa sarà dei nostri figli “dopo di noi”?
Decidere di lavorare per progettare il “Dopo di Noi” significa dare garanzia di continuità, qualità e adeguatezza negli ambiti più importanti della vita della persona (l’abitare, le occupazioni quotidiane e le relazioni sociali). Questo è l’obiettivo che si prefigge la Fondazione “Dopo di Noi” La Crisalide.
Quanto più nel “durante noi” la famiglia è risoluta e attiva nell’approcciare al tema del “dopo di noi” quanto più aumenta la possibilità di pianificare il futuro dei figli con disabilità in modo da fornire risposte efficaci e davvero “a misura della persona”.
Certamente le famiglie sono una realtà variegata. Hanno diverse condizioni economiche, culturali e sociali, ma bisogna sottolineare che nessuna famiglia, neppure la più attrezzata, può rispondere da sola al bisogno di garanzia del progetto di vita del figlio con disabilità. Ciò è possibile, invece, attraverso un interlocutore stabile nel tempo, competente e responsabile. Un soggetto esterno alla famiglia, dentro al quale la stessa ha l’opportunità di svolgere un ruolo signficativo e attivo.